Una volta in cima all'Uluru ci sedemmo e passammo diversi minuti di contemplazione individuale.
Mi chiesi quali emozioni provò Bonatti quando si trovò nello stesso punto cinquant’anni prima. Mi fece piacere pensare che a parte qualche parcheggio e la relativa folla lo spettacolo che gli si presentò davanti fu essenzialmente lo stesso: un immensa distesa desertica a perdita d’occhio. Trovai davvero bizzarro il fatto di camminare sopra un unico immenso sassone compatto, sicuramente Marte è così mi dissi.
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